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Il bistrot non è, come è facile immaginare, la modalità di locale più diffuso in Italia: molto più frequenti in paesi come gli USA o la Francia, dove del resto sono nati, nel nostro paese trovano piuttosto un equivalente nelle "hostarie" tanto frequenti in città come Roma, o nelle tavole calde che spesso intercettano le necessità dei lavoratori in pausa pranzo.
Il menù di un bistrot/tavola calda è quanto di più lontano dagli stereotipi che vedono in questi locali dei luoghi dove ci si sfama con prodotti di scarsa qualità, spesso decongelati. In realtà, moltissimi sono fortemente connotati, offrendo solo alcuni tipi di alimenti (solo primi, oppure solo piatti vegetariani) e la ricerca della qualità è altissima... si rischia, altrimenti, sia di non essere competitivi che la chiusura!
Anche quando le tavole calde non sono "specializzate", esse devono andare incontro a una clientela esigente, frettolosa e molto varia, quindi il menù è più che eterogeneo.
Mangiare in tavola calda è un consiglio in continua crescita anche per i turisti: molti piatti fanno parte della tradizione e il costo rispetto a un ristorante tradizionale è assai più basso.
Spazio dunque a lasagne, spaghetti con frutti di mare o pomodoro e basilico come primi, oltre a carbonara, Amatriciana e gnocchi alla Sorrentina (rigorosamente il giovedì!). Fra i secondi, sono assai comuni le cotolette alla Milanese, i saltimbocca alla Romana, lo spezzatino o i filetti di baccalà alla mugnaia. Non mancano le insalate, da sfruttare come piatto unico, e nemmeno i dolci: crostate, tiramisù o crema catalana sono frequentissimi, anche se per chi deve rientrare al lavoro potrebbero essere... controindicati!